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#15.

Sono sempre di più i giorni in cui preferirei sparire piuttosto che esistere. Non so nemmeno a cosa sto rimanendo aggrappata, presumibilmente, ho paura di soffrire? Non temo la morte ma la sofferenza sì. E' abbastanza stupido come concetto visto che comunque mi distruggo ogni giorno. Continuo ad utilizzare questo corpo come strumento di sfogo, come simbolo attraverso il quale mostro la sofferenza. Negli ultimi anni sento fortemente la voglia di non avere un corpo, vorrei non sentirlo, vorrei non vederlo, vorrei non trarre piacere da esso, vorrei non essere vista nè toccata. Sono tornata quasi al peso del ricovero e sapete cosa? mi vedo sempre grassa. Non è questo, e non lo sarà mai, il peso che mi farà felice. L'unica vera grande tristezza è che il ragazzo che mi sta acconto non merita una come me, nè tutto questo.

#14

La domanda che mi pongo più frequentemente da qui a qualche mese: perchè chi è affetto da un DCA non può essere seguito e curato come qualsiasi altro malato? Perchè chi ha un tumore o una frattura, il diabete, il cuore malato viene seguito per anni e anni e anni, e non c'è una scadenza alla cura fino alla guarigione, invece se hai un fottuto DCA, no? perchè non esistono servizi sufficienti? perchè se hai un DCA non hai diritto ad essere trattato fino alla risoluzione del problema? Sono arrabbiata, amareggiata, delusa. E' più di un anno che non scrivo ma non è cambiato quasi nulla. Il 19 Gennaio dell'anno scorso sono entrata in residenza, sono rimasta fino al 18 Maggio. Il ricovero è un'esperienza di vita unica, non so esprimere tutte le emozioni che ho provato, quanto ho lavorato su me stessa e quanto impegno ci abbia messo per poter star meglio. Là dentro si compie ripetutamente un lavoro massacrante su se stessi. Ogni giorno ti scavi dentro, provi ad imparare qu