#14

La domanda che mi pongo più frequentemente da qui a qualche mese: perchè chi è affetto da un DCA non può essere seguito e curato come qualsiasi altro malato? Perchè chi ha un tumore o una frattura, il diabete, il cuore malato viene seguito per anni e anni e anni, e non c'è una scadenza alla cura fino alla guarigione, invece se hai un fottuto DCA, no? perchè non esistono servizi sufficienti? perchè se hai un DCA non hai diritto ad essere trattato fino alla risoluzione del problema? Sono arrabbiata, amareggiata, delusa. E' più di un anno che non scrivo ma non è cambiato quasi nulla. Il 19 Gennaio dell'anno scorso sono entrata in residenza, sono rimasta fino al 18 Maggio. Il ricovero è un'esperienza di vita unica, non so esprimere tutte le emozioni che ho provato, quanto ho lavorato su me stessa e quanto impegno ci abbia messo per poter star meglio. Là dentro si compie ripetutamente un lavoro massacrante su se stessi. Ogni giorno ti scavi dentro, provi ad imparare quello che nella vita normale non hai mai fatto, ascoltarti, esprimerti, piangere, volerti bene. E' faticosissimo ma liberatorio, giorno dopo giorno lo capisci sempre meglio.. 
Sono arrivata alla Gruber con 4 litri di liquidi in meno rispetto alla norma, un blocco atrio ventricolare di I grado e 40kg, per i primi mesi ho potuto mangiare solo secondi sconditi e verdurine, avevo in terapia del diuretico per evitare che si accumulassero troppi liquidi dove non avrebbero dovuto. Sono stata dimessa in un periodo troppo delicato, era da un mese che soffrivo troppo il cambiamento fisico, ero in piena crisi, e non riuscivo a guardarmi e vestirmi come volevo. Il mio corpo ancora non riusciva a metabolizzare bene molti alimenti, quindi anche pasti normalissimi mi provocavano forti crampi, ritenzione idrica, dolori muscolari..tutto ciò si ripercuoteva su di me a livello psicologico e avrei preferito morire piuttosto che vedermi e sentirmi così. 
Non ne potevo più di stare là dentro e soffrire così, anche se quando mi è stata comunicata la data di dimissioni, dentro di me, non sarei voluta essere dimessa. Sapevo che quella sofferenza avrebbe dato i propri frutti ma avrei dovuto continuare a passarci attraverso, invece sono tornata a casa.
Per essere del tutto sinceri, io avevo chiesto di rimanere ancora un po', ma per loro l'ambiente esterno mi avrebbe fatto bene. Terminato il ricovero, ho proseguito in day hospital (due giorni e mezzo a settimana), contestualmente ho ripreso a lavorare nel nuovo ospedale, una delusione davvero fortissima, che ho sempre comunicato un po' a parole e molto attraverso i comportamenti disfunzionali del disturbo. Dopo il ricovero, comunque, i primi mesi non sono andati sempre male, alti e bassi, vissuti ovviamente malissimo per il senso di colpa e fallimento. A Settembre ho avuto una trombosi venosa cerebrale per la quale sono stata ricoverata, per un mese il disturbo alimentare sembrava aver lasciato il mio corpo, era bellissimo..

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